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parte seconda. 93

si conoscerà la distanza dell’oggello colla forinola:

D =

50X0,40

0.20

= 400 metri.

(4°) Sia 50 metri il diametro dell’oggetto,

0’ ’,20 il diametro dell’immagine,

400 metri la distanza dell’oggetto, si conoscerà la distanza dell’immagine della lente colla formola:

 g £. 

G

4 00 x 0"’, 20 50

1

5

(5°) Sia finalmente 50 metri il diametro dell’oggetto, 0 1 ", 20 il diametro dell’immagine,

O’ ’, 40 la distanza dell’immagine dalla lente,

la formola F cipale della lente, cioè

Gd

G-t-g 50X0-, 40

insegnerà a trovare il foco prin20

50+0’ ’, 20 50,20

= 0 m, 40 circa.

Egli è colla stessa facilità che si risolvono numericamente gli altri casi enunciati dalle formole algebriche sopranotate.

influenza dei fochi coniugati sulle immagini. — Noi abbiamo detto che le immagini delle rette saranno rette, che le immagini degli oggetti saranno simili agli oggetti stessi, e che queste immagini avranno i loro punti quasi equidistanti dalla lente, ove la distanza dell’oggetto sia di tal riguardo, che lotti i suoi punti possano considerarsi come equidistanti dalla lente.

Se all’incontro noi esporremo la lente davanti ad un paese con oggetti lontanissimi, e con altri assai vicini, la immagine, ossia il foco coniugato, dei punti lontani sarà assai più vicina alla lente che non l’immagine dei punti vicini. Se si adatta quindi il vetro spulilo, o parafuoco, in modo da vedere distintamente l’immagine degli oggetti lontani, sarà confusa l’immagine degli oggetti vicini, e se si rende invece distinta l’immagine degli oggetti vicini, sarà confusa la immagine degli oggetti lontani. Nè vi sarà lente alcuna, colla quale si possano avere immagini nitide degli oggetti mollo vicini, e dei lontani nel tempo stesso, perchè in entrambi i casi i fochi coniugati sono a ineguale distanza.