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parte seconda. | 89 |
Finalmente, se si avvicina maggiormente l’oggetto alla lente, i raggi che escono dalla lente, non solo non vanno più a passare per un punto posto dall’altra parte della lente, ma convergono verso un punto posto dalla stessa parte dell’oggelto.
Fig. 22.
Infatti, sia o un punto luminoso, i raggi incidenti o l formando colla perpendicolare C », tirala dal centro di curvatura della lente, un angolo più grande che quello formato dai raggi che partono dal foco principale F, come si vede nella figura, ne nasce, che, dopo la emergenza, essi raggi, che partono dal punto o, si allontanano dall’asse più di quello che facciano i raggi partiti dal punto F, che sappiamo emergere dalla lente paralleli. I raggi che partono dal punto o non possono adunque dare luogo ad alcun foco reale, ma i loro prolungamenti concorrono nel punto 0 situato sull’asse, e dalla stessa parte del punto luminoso, ed è questo punto che chiamasi il foco virtuale del punto o ossia l’immagine virtuale dello stesso punto o, la quale immagine apparirà tanto più distante dalla lente, e tanto più ingrandita, quanto più vicino alla lente si pone il punto luminoso al di qua del foco principale. Se si fosse posto un oggetto assai piccolo, l’occhio dalla parte opposta C lo vedrebbe in 0, ingrandito e nella sua naturale posizione, come fanno vedere i raggi prolungati; è per un tal principio che agisce il microscopio.
Egli è facile l’esperimentare questo andamento della distanza dell’immagine rispetto a quella deU’oggello, questa relazione dei due fochi coniugali prendendo una lente, la cui distanza focale principale sia piccola; essa si pone davanti ad una candela accesa, in una camera ad imposte chiuse, e ponendo dietro alla lente un foglio di carta si muoverà il medesimo sinchè si abbia