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parte seconda. | 87 |
Sia D la distanza dell’oggetto dalla lente, ossia AC.
d la distanza del suo foco o della sua immagine, ossia aC, F la distanza focale principale della lente, dimostrano gli ottici, che si ha sempre:
4 1 l
D d ~ F ‘ ’
Ciò posto, se si suppone il punto A lontanissimo dalla lente, a distanza inGnita, come possono supporsi il sole e le stelle,
t t t
avrassi — = o, onde — = ■=■ ossia d = F cos) che F non è u d r
altro che la distanza focale corrispondente ad un oggetto infinitamente lontano.
Fig. 17.
Se invece si avvicina il punto A alla lente, la distanza D diminuisce, e quindi cresce il valore di mentre si vede dalla
equazione [1] che diminuisce e che cresce perciò il valore
di d, vale a dire, che diminuendo la distanza dell’oggetto dalla
lente, la disianza della sua immagine cresce. così, se per e$.
si fa D = i F, ossia se si pone l’oggetto ad una distanza dalla
lente, che sia il quadruplo della distanza focale principale della
•.. 1 11 11 1 lente, si avrà T =jr oppure - = ? — ossia
d = F. La distanza dell’Immagine sarà dunque i quattro terzi di quel che era quando l’oggetto era lontanissimo.
Fig. 18.