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dolore da qual si voglia causa ivi causato. Dice Marcello, il quale scrisse prima di Galeno, che il rosmarino pesto, overo il suo sugo mescolato con un poco di mele, et bevuto, giova molto alla doglia di ventre, e dello stomaco.

Al fegato.

Ha virtù dett'hèrba di riscaldare, e levare il dolor del fegato, et di risolvere la hidropisia, se egli con vino sarà bevuto, over in qual si voglia altro modo preso: percioche assotiglia gli humori, apre l'oppilationi, et con la sua astringenza poscia conforta tutti i membri. Sana parimenti il trabucco di fiele, overo iteritia, bevendo la decottion fatta nell'acqua, avanti che si faccia essercitio, si lavi, e beva del vino. Et Diocle cava sangue a quelli che patiscono di fegato, et il purga con l'elleboro negro, et poi gli dà il rosmarino con l'acqua melata. Giova ancora molto alli hidropici untandosi il corpo con detto oglio, et massime co'l nostro.

Alla milza.

Il simile fa alle oppilationi, alla durezza, et alla frigidità della milza: percioche questa herba, in qual si voglia maniera presa, consuma la melancolia, e ciò facendo, apre l'oppilationi, molifica la durezza, et riscalda quel che è raffredato; e finalmente con la sua virtù conforta tutti i membri interni: et però dice Galeno, che le spetie tutte del rosmarino hanno facoltà di molificare, di astergere, e d'incidere.

Al-

Nel lib. de medicamenti cap. 20. Et Plin. lib. 12. c. 12. Gal. nel li. 7. della facoltà de semplici. Dioscoride lib. 3. c. 72. et 73. et Theofr. li. 9. c. 12 Serapione capo proprio et Aureliano sic cense. li. 2. c. 4. Serapione. Rasis, et Serapione.

Nel 7. della facoltà.