Pagina:Scientia - Vol. X.djvu/88

80 scientia

già presente quando la dimostrazione non vi era ancora, una prova di più che i progressi basati più su un salto della fantasia che su una serie di passi pensatamente succedentisi hanno una parte essenziale nello sviluppo della Scienza; tesi questa favorita da van ’t Hoff. Ma era anche conscio che la riuscita di un simile salto non esime lo scienziato esatto dall’obbligo di rivolgersi indietro e di unire poi con passaggi ben sicuri il punto raggiunto con la riva di partenza.

Ed in realtà una delle caratteristiche che colpiscono nella sua opera, è che quando egli enunciava una teoria, la enunciava già completa. Consideriamo i suoi tre lavori principali: la stereochimica, gli studi di dinamica chimica, la teoria delle soluzioni; ognuna delle tre pubblicazioni fondamentali che ad essi si riferiscono conteneva già tutte le parti essenziali della rispettiva teoria, e non solamente in germe, ma già sufficientemente sviluppate e dimostrate.

Questo creatore di teorie, quest’uomo che ha arricchito la scienza di tante idee nuove era però alieno da ogni metafisica e da ogni esagerazione; non era di coloro che in qualunque campo entrino vogliono ad ogni costo creare un sistema generale che dia fondo all’universo, che abbracci tutto, i fatti importanti e i non importanti, i fatti esistenti e i non esistenti. Spirito generalizzatore e sintetico non fu mai schematico nè astratto. Lo vediamo anche nelle sue lezioni in cui le teorie sono quasi sempre esposte, non in modo astratto, ma servendosi di esempi concreti.

Questa tendenza del suo spirito ci spiega la sua attitudine rispetto alla teoria delle fasi, un punto questo che è uno dei più curiosi nella vita scientifica del van ’t Hoff. Come è noto la regola delle fasi è contenuta nel grande lavoro di W. Gibbs pubblicato dal 1874 al 78 negli atti della Accademia del Connecticut; ma rimase sconosciuto per un decennio finche van der Waals ne segnalò privatamente l’importanza a Bakhuis Roozeboom che aveva già cominciate le sue ricerche sugli equilibrii eterogenei nel 1887, tre anni dopo la pubblicazione degli Études de dynamique chimique. Ora questi nella parte che riguarda gli equilibrii eterogenei, i sistemi condensati, i sali doppi ecc., sono già tutti pervasi dallo spirito della teoria delle fasi, sono della teoria delle fasi in azione; manca solo lo schema, che altro non è in fondo la regola delle fasi di Gibbs.