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l’opera di j. h. van ’t hoff 57

sugli equilibri chimici e sulla teoria delle soluzioni. Fu quello il periodo della straordinaria fioritura della chimica fisica; della nuova scuola, che ebbe quale propagandista insuperabile Guglielmo Ostwald, il van ’t Hoff fu tosto riconosciuto universalmente come il rappresentante più geniale e più autorevole.

La sua fama ingigantì rapidamente: nel 1887 la Università di Lipsia lo invitò ad assumere una cattedra, ma egli rifiutò: nel 1889 ad appena 37 anni, fu nominato socio onorario della Società chimica tedesca, onore agognato dagli scienziati più grandi. Finalmente nel 1896 la Università di Berlino lo chiamò a sè in una forma altrettanto speciale, quanto onorifica; egli fu nominato professore ordinario onorario, senza obbligo di insegnamento: l’Accademia delle Scienze lo nominò suo membro effettivo e gli fornì i mezzi per l’impianto di un laboratorio di ricerche. Qui per 10 anni egli si dedicò alla ricerca delle condizioni di formazione dei depositi salini di Stassfurt, primo e grandioso tentativo di applicazione delle teorie fisico-chimiche allo studio dei fenomeni geologici. Frattanto nel 1901 l’Accademia delle Scienze di Stoccolma diede forma concreta al plebiscito universale dei chimici, conferendogli il primo premio Nöbel per la chimica.

Nell’autunno del 1906 si manifestarono in lui i primi sintomi del male terribile che doveva poi ucciderlo; dopo un soggiorno in un sanatorio parve guarito e chi scrive, trovandosi con lui nell’autunno del 1907 potè avere l’illusione di rivedere il maestro nelle floride condizioni di un tempo. Ma la ricaduta non si fece aspettare e finalmente il primo marzo di quest’anno egli chiuse in Steglitz presso Berlino la sua vita, troppo breve se si considera il numero degli anni trascorsi, semplice se si guarda alla tranquillità degli avvenimenti esteriori, grande come pochissime altre se si riflette alla enorme somma di lavoro intellettuale che essa rappresenta.

Tracciato così nelle sue grandi linee uno schizzo dello andamento esteriore della vita del grande scienziato, dobbiamo addentrarci nell’esame della sua opera. Essa, prescindendo dalle primissime ricerche di chimica organica, da pochi