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Se dunque tendenza affettiva ed elementi motori sono due cose ben distinte ed è la prima che sta a base dei secondi, anziché viceversa, lo stesso varrà per l’attenzione, rispetto alla quale gli elementi motori non costituiranno già la condizione indispensabile, bensì semplicemente delle manifestazioni del tutto secondarie.

E siccome ogni contrasto di tendenze affettive si traduce in contrasto degli elementi motori rispettivi che esse «impingono», così si spiega perfettamente, anche coli’ «origine centrale», quel senso di «tensione muscolare», di «innervazione motrice», di «contrazione statica», di «aumento di tutta la vita psichica», che, come è stato osservato da tutti, caratterizza qualsiasi stato d’attenzione1.

Sotto la «scelta affettiva» cadono non soltanto i movimenti propriamente detti di locomozione, prensione, ecc., conducenti al line, bensì anche l’«aggiustamento» degli organi dei sensi, fenomeno d’ordine muscolare-motorio esso pure, dal (piale dipende la più o meno buona riuscita dei primi di qualunque sorta essi siano, e al quale quindi cooperano tanto l’ima che l’altra delle due affettività in contrasto. Ora, se sorpresi, p. es., da un improvviso rumore volgiamo subito inquieti lo sguardo verso l’oggetto lontano donde pare che venga il rumore, lo stato d’attenzione è già desto in noi durante tutto l’intervallo che precede il momento in cui gli occhi si sono aggiustati alla nuova distanza, operazione che richiede un certo tempo se l’oggetto è lontano. L’attenzione precede, dunque, — in accordo qui pure colle teorie della origine centrale, — e non segue l’aggiustamento dell’organo rispettivo2.

D’altra parte le condizioni sensitive periferiche rimanendo le stesse, l’attenzione può rivolgersi ora a certe sensazioni ora ad altre; come quando, stando chiusi nella nostra stanza, facciamo attenzione a certi rumori della strada piuttosto che ad altri pur provenienti dal medesimo punto: p. es., ora al trotto dei cavalli d’una carrozza che sta per fermarsi alla

  1. Cfr., p. es., Maudsley, op. cit.: The Physiol. of Mind, pag. 313; Ch. Féré, Physiologie de l’attention, «Revue Philosophique», Oct. 1890, pag. 401, 404; K. B.-R. Aars, Notes sur l’attention, "«Année Psychologique», 8me Année, Paris, Schleicher Frères, 1902, pag. 216.
  2. Cfr. W. B. Pillsbury, Attention, London, Swan Sonnenschein & Co., 1908, pag. 13.