Pagina:Scientia - Vol. X.djvu/339


dell’attenzione 331

-summatory acts», eseguiti effettivamente in passato sotto il primo impulso della tendenza affettiva nel suo destarsi, e andati ogni volta falliti. Si può perciò dire essere stata la «delusione», prodottasi ripetutamente ad ogni attivazione troppo affrettata della tendenza affettiva svincolata dai sensi a distanza, che ha fatto nascere l’affettività contraria che ora tiene in sospeso quest’ultima.

È nota l’esperienza del Möbius sul luccio. Diviso un grande recipiente di vetro pieno d’acqua in due scompartimenti mediante una lastra di vetro, egli poneva il luccio in uno dei scomparti e nell’altro dei piccoli ghiozzi, di cui il luccio stesso è solito cibarsi. Ne seguiva, che ogni volta che il luccio si precipitava sopra qualcuno dei pesciolini ne veniva impedito dalla lastra di vetro, contro la (piale andava ad urtare. Dopo qualche settimana di tentativi inutili, il luccio rinunciò definitivamente alla inafferrabile preda; e continuò in questo suo contegno anche quando la lastra venne rimossa.

Orbene, un effetto del tutto consimile debbono avere avuto per tutti quanti gli animali provvisti di sensi a distanza, le ripetute delusioni allorquando la tendenza affettiva, appena svincolata da questi sensi a distanza, dava subito luogo alla esecuzione completa d’un «consumatory act», che di necessità rimaneva senza risultato. Ne è successo che lo svincolamento stesso d’una qualsiasi tendenza affettiva operato dai sensi a distanza e l’iniziarsi stesso troppo brusco del movimento relativo evocano ora, col ricordo di tentativi falliti precedenti, anche l’affettività antagonista, del tutto simile a quella che arrestava il luccio dallo slanciarsi sulla preda. E tale contrasto dà luogo a quello stato di tendenza affettiva «mantenuta in sospeso», che costituisce appunto lo stato di attenzione.

Per cui possiamo dire che, filogeneticamente, l’attenzione è sorta coi sensi a distanza e che essa è costituita dal contrasto di due tendenze affettive, delle quali la seconda, svincolata dalla prima, ne inibisce per un certo tempo l’attivazione completa, mantenendola così «in sospeso».

Lo stato d’attenzione non è dunque costituito da un’affettività unica, bensì da un’affettività duplice e da un corrispondente antagonismo affettivo. Il non avere scorto ciò è stato la causa che ha impedito fino ad ora di comprendere in che consistesse effettivamente questo stato d’attenzione, che cosa