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I sensi non a, distanza non danno dunque luogo a tendenze affettive «mantenute in sospeso», a «conati ve feeling», bensì al soddisfacimento immediato delle tendenze affettive nell’istante stesso in cui esse vengono svincolate o all’esecuzione immediata di quegli atti che servono a soddisfarle (to final or consummatory reactions, come dice lo Sherrington). Quelli a distanza, invece, svincolano e mantengono desta la rispettiva tendenza affettiva per tutto quel tempo d’attesa e per tutta quella sequela di atti preparatori che sono necessari all’animale prima che esso possa compiere l’atto finale «consumatorio» che dovrà soddisfare la tendenza affettiva stessa. Ond’è che sono in genere soltanto i sensi a distanza, e non quelli non a distanza, che possono dar luogo ad uno stato più o meno persistente di «desiderio insoddisfatto»: «Se tutti gli impulsi tendenti ad un fine potessero essere immediatamente seguiti, il desiderio non avrebbe più luogo di prodursi1».

La questione sorge a tal punto di comprendere come mai le tendenze affettive, svincolate od evocate dai sensi a distanza, permangono tuttavia come «mantenute in sospeso»; cioè a dire, come mai, pur permanendo così in istato d’evocazione, non danno luogo per un certo tempo all’esecuzione effettiva di nessuno di quei «consummatory acts», che ora magari non avrebbero risultato alcuno, ina che esse ciò non ostante «impinguilo» lo stesso, come lo dimostra l’esecuzione incipiente o «allo stato nascente» di questi atti. La belva, p. es., la cui bramosia è già stata svincolata da lontano e viene ora sempre più eccitata dall’odore e dalla vista della vittima che ignara del pericolo le viene incontro, pur non le balza subito sopra, ma attende immobile e fremente, con tesi tutti i muscoli che provvedono allo slancio, che il povero animale le si appressi ancora e le giunga così a tiro. Che cos’è che trattiene la tendenza affettiva, così svincolata, dallo scaricarsi subito completamente nel «consummatory act» di balzar sulla preda e sbranarla?

Questo non può essere dovuto che al contrasto di una affettività opposta, che inibisce alla prima di portare ad effetto questo suo «consummatory act». E quest’affettività opposta non può essere, in tal caso, che il risultato di tutti i «con-

  1. A. Bain, The Emotions and the Will, Fourth Edition, London, Longmans, Green, and Co., 1899, pag. 423.