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socialismo giuridico 163

e del senso di eterogeneità accennati permette che la classe dominante sia pervasa da ideali contrarii al duro egoistico interesse suo e favorevoli all’altrui. Di modo che nella peggiore ipotesi il diritto dettato dalla classe dominante con cui intese a soddisfare le sue peculiari inclinazioni giuridiche mostrerà appena una prevalenza di queste. Dal diritto di classe siamo infinitamente lontani. La descrizione di questo tipo di classe dominante è la descrizione della classe borghese. Ma non insisto sul punto. È il pensiero teorico del socialismo giuridico, non il suo giudizio storico che ci interessa.

Le giustizie singole affermate dal socialismo non sono con quanto abbiamo notato circa i suoi presupposti scientifici in alcun rapporto, perchè i presupposti stessi non determinano menomamente un contenuto di giustizia. Esse sono il socialismo tradotto in termini di giustizia. Una critica loro fatta movendo da un criterio del giusto è impossibile, per l’inesistenza rilevata di un criterio del giusto. Sono suscettibili anch’esse solo di quella critica che consiste nell’avvertire l’errore del procedimento logico che alcuno applica ai dati scelti e alla valutazione data loro. Così ad es. a chi trae dal diritto alla vita il diritto al lavoro, si può osservare che per lavoro non si può intendere la fatica, ma la fatica utile. Utile è la fatica richiesta. Ma se è richiesta, il proclamare il diritto al lavoro è superfluo. Se non è richiesta, il diritto al lavoro si riduce al diritto alla fatica pura e semplice dietro un compenso. Siccome però da un lato a nessuno è impedito di faticare, e dall’altro la fatica non giova nè all’individuo nè alla società, così in tal caso il diritto al lavoro si riduce al diritto al compenso, ossia al soccorso, ossia insomma a quel diritto alla vita, da cui si pretende di dedurlo.

Un’altra cosa è possibile fare circa a codeste giustizie; determinare cioè quali appartengono al nucleo religioso socialistico e quali all’involucro. L’involucro contiene dei razionali, come si è detto, quindi dei possibili; e le giustizie in cui si traducono sono esse stesse perciò dei possibili. Di simili giustizie suscettibili di divenire diritto io credo che il socialismo giuridico ne affermi, onde non è affatto sempre antitetico ai diritti attuali, com’egli asserisce, dimenticando quante giustizie identiche di carattere hanno già in essi attuazione, ed errò una certa critica prestando fede all’asserzione. Che diventino poi effettivamente diritto dipenderà dalla loro storicità. Le