Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
162 | “scientia„ |
unico si renda detentrice del potere politico. Ebbene in questa ipotesi l’atavismo giuridico non opererà diversamente che in quella. La massa del diritto sarà mantenuta dalla classe dominante perchè non entra nel suo pensiero un diritto diverso. Il suo pensiero giuridico è quale dev’essere in causa della storia estesa per secoli infiniti del popolo a cui appartiene. Nè lo può mutare molto per il determinismo dei suoi proprî interessi. La comunanza poi della storia della frazione e del resto del popolo aumenta notevolmente, rispetto all’ipotesi precedente, la probabilità che gli stati reagenti di coscienza siano comuni a dominatori e dominati, e che quelli siano trattenuti da disposizioni favorevoli al proprio interesse e contrarie all’altrui perciò che queste offenderebbero colla coscienza altrui anzi tutto anche la loro.
Non basta. Perchè nelle proprie disposizioni sottratte all’influenza della storicità del pensiero giuridico e dei comuni stati reagenti di coscienza, la classe dominante leda consciamente o incosciamente, per il proprio, l’interesse altrui, occorre che essa sia resa omogenea e compatta per la condizione onde è classe, e col senso della sua omogeneità e della sua compattezza abbia quello di una sua forte eterogeneità dal resto del popolo; occorre cioè che questo le sia straniero o come straniero. Le oppressioni dei conquistati per parte dei conquistatori, degli schiavi per parte dei liberi hanno la loro causa nell’estraneità effettiva. Nella quasi estraneità la hanno le altre molte dei cittadini di colore per parte dei bianchi, dei nuovi cittadini per parte dei vecchi o inversamente, degli israeliti per parte dei cristiani, dei cristiani eterodossi per parte degli ortodossi, dei villani per parte dei nobili ecc. ecc. Senza codesto presupposto diritto di classe non se ne ha nemmeno per parti. Ma il diritto dettato dalla classe dominante rispecchia invece l’unità popolare nella varietà dei suoi elementi e della loro proporzione di potere. Interpretazione e legislazione modificano allora il diritto ricevuto eccitate da stimoli e contenute da resistenze varii di forza e di grado di forza che s’intrecciano in mille combinazioni. La classe dominante non omogenea si rompe in parti di cui le inferiori si congiungono con le non dominanti. Si forma così una scala d’interessi che si estende per tutta la società; ognuno entra in gioco; avvengono transazioni, alleanze tra interessi diversi e persino opposti. La stessa mancanza di omogeneità e di compattezza