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socialismo giuridico | 153 |
socialisti mondani dovettero limitarsi, stando nel mondo, a far prevalere il razionale appartenente all’involucro, e ad accontentarsi di questo. Ma così limitandosi ed accontentandosi, essi vennero e vengono necessariamente a sconfessare nei fatti la fede, e a confondersi colla immensa schiera dei profani che accettando in tutto o in parte l’involucro e respingendo il nocciolo, poterono e possono cooperare con essi in tutte le riforme che corrispondono a quello e non corrispondono a questo.
Ho così implicitamente decisa in senso negativo una questione dibattuta; se cioè sia penetrato, per virtù del moto socialistico odierno, del socialismo nel diritto del nostro Stato e degli altri Stati affini di civiltà e quanto ne sia penetrato. La questione minaccia di perpetuarsi, perchè gli uni, considerando il socialismo come costituito da quel complesso nel quale io distinguo l’elemento religioso e le tendenze aderenti ad esso, vedono riforme socialiste in ogni innovazione legislativa che si uniformi a codeste tendenze. E gli altri invece, guardando al contenuto delle riforme stesse e trovandolo della stessa natura di molte altre norme antiche accettate senza alcun dubbio per ragioni che non hanno nulla a che fare con l’essenza, per verità piuttosto intuita che definita, del socialismo, non scorgono invece riforme socialiste in nessuna o quasi nessuna innovazione simile. Si accetterà più facilmente la soluzione da noi proposta, accostando la questione in disscorso ad un’altra non meno famosa ed affine di natura e di difficoltà a quella, se cioè e quanto di cristianesimo sia penetrato nel diritto privato romano. Il Cristianesimo rimase, dopo breve periodo di tempo dalle sue primissime origini, costituito da un nocciolo mitico, intorno al quale si raccolsero e unificarono moltiplicando perciò immensamente la propria forza, molti stati psichici già esistenti e diffusi entro il paganesimo. Questi stati influirono certo sul diritto, mentre il mito se era dal diritto protetto, non era attuato; si attuava di per sè nelle immaginazioni. E quindi gli indagatori si dividono in due schiere; di quelli che rifiutano la qualità di principî cristiani ad idee e sentimenti che trovano preesistenti al Cristo; e di quelli che la attribuiscono loro perchè rinvigoriti solo dall’aderenza e sistemazione loro intorno al mito cristiano; e quindi di quelli che non vedono riforme cristiane nell’attuazione di codesti principî, e di quelli che ve la vedono. Il dibattito si