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ipotesi e realtà nelle scienze geometriche | 27 |
in quiete con una determinata velocità, che è indipendente dallo stato di quiete o di moto della sorgente luminosa.
Se pertanto i due osservatori in quiete giudicavano contemporanei due avvenimenti, che si svolgevano nelle vicinanze rispettive di B, A, essi non li giudicheranno più tali durante il moto traslatorio.
Naturalmente questo divario si presenterà soltanto quando gli strumenti di misura, di cui dispongono i due osservatori, arrivino ad apprezzare il rapporto tra la velocità di traslazione e la velocità della luce. Non c’è perciò timore che questo scombussolamento del tempo si presenti a disturbarci nella pratica della vita. Quand’anche i veloci e leggeri aereoplani venissero di moda per tutti, la nostra velocità resterebbe pur sempre trascurabile rispetto a quella della luce.
Comunque sia, resta accertato che non si può dare alcun significato assoluto al concetto della misura del tempo.
Ecco dunque, che se noi ci troviamo in un ambiente mobile rispetto alle stelle fìsse, e imaginiamo definito il tempo entro quest’ambiente, mediante la solita folla di orologi sincroni, i quali siano ora in quiete rispetto all’ambiente, avremo un tempo diverso da quello dello spazio in quiete. Si tratterà di un tempo locale, di un tempo relativo all’ambiente considerato.
Questa concezione si è presentata del resto come una necessità fìsica, per spiegare certi fenomeni elettro-magnetici. Se nella elettrodinamica dei corpi in moto, fosse lecito riferirsi al tempo dello spazio in quiete, la teoria lascierebbe prevedere la possibilità d’avvertire il movimento traslatorio della terra rispetto all’etere, mediante esperienze interne elettromagnetiche. Mentre invece il noto esperimento di Michelson e Morley prova il contrario!
La meccanica newtoniana poteva rappresentare bene i fatti, pur fondandosi sul concetto di tempo assoluto, perchè i fenomeni ch’essa considerava erano di tal ordine, da lasciare in ombra le differenze tra i varî tempi locali. L’elettro-magnetica fa invece risaltare queste differenze e, almeno in certi casi, ci costringe a rinunciare a Newton.
Un’altra circostanza un po’ sconcertante, rispetto alle nostre abitudini mentali, è che della rivoluzione compiuta sull’idea di tempo, spetta la sua parte anche allo spazio. Una sbarra rigida, la quale strisci lungo una retta con moto