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stata fondata una teoria sull’immunità acquisita, poichè si è detto, che diviene immune quell’animale che, per aver servito come terreno di sviluppo per un dato microrganismo, ha acquistato nucleasi in certa quantità, e si è quindi così fornito di mezzi di difesa contro nuovi invasori. Emmerich e Loew, sono poi di opinione che le nucleasi entrano in combinazione con certe sostanze proteiche dell’organismo e formano così un composto da loro chiamato immunproteina, che facilmente è trattenuto nell’organismo, che non si altera e che è dotato di squisito potere bactericida. Mediante iniezioni di immunproteina, preparata artificialmente con l’enzima del piocianeo i suddetti autori sono riusciti ad immunizzare i conigli contro il carbonchio.

È stato anche proposto di usare alcune nucleasi e specialmente la piocianase e la antracase per la cura di certe malattie infettive, ma sopra i risultati di questi esperimenti non ci possiamo ancora pronunciare.

Anche a questa teoria sono state fatte molte e gravi obbiezioni, e specialmente quella che essa non viene in alcun modo a spiegare i fenomeni dell’immunità congenita, che pure non differiscono da quelli dell’immunità acquisita.

II. - L’immunità antitossica.

Immunità antitossica, nel senso più lato, significa insensibilità di un organismo ad un dato veleno. Questo fenomeno biologico era già noto agli antichi, poichè si era osservato che certi individui e certe specie animali potevano impunemente assorbire quantità rilevanti di sostanze, che in altri esseri producevano di necessità la morte. Di più gli antichi avevano trovato anche il modo di rendere insensibili alcuni individui contro certi veleni, abituandoli a piccole dosi di questi.

La immunità congenita verso i veleni di origine animale o vegetale è stata oggetto di molti studî e ricerche. Si è visto per esempio che il riccio è insensibile al veleno della vipera, il monguse al veleno del cobra: le tartarughe, i pesci, i polli non risentono alcun danno dalla tossina tetanica, anche se vien loro iniettata in forti dosi: i ratti sono refrattari alla azione della tossina difterica.

La immunità antitossica si può poi facilmente provocare in molti animali, mercè il trattamento ripetuto con piccole