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gono origine dalle ricerche di Denys e di Lecleff (1895), i quali videro che il siero antistreptococcico è capace di aumentare l’azione fagocitaria dei leucociti. Wright e Douglas osservarono in seguito che, se si mettono insieme leucociti umani ben lavati e bacilli del tifo o stafilococchi o streptococchi e si tiene il preparato a 38° per 15 minuti, si riscontra, all’esame microscopico, che i fenomeni di fagocitosi sono scarsissimi o nulli: se poi si aggiunge una piccola quantità di siero fresco di cavia o di coniglio, i leucociti spiegano una rapida e intensa azione fagocitaria.

In base a questa e ad altre numerose osservazioni fatte dal Wright e dai suoi allievi, il Wright affermò che nel corpo dell’uomo e degli animali si trovano sostanze speciali che egli chiamò opsonine, capaci di legarsi chimicamente ai bacteri e di provocare in essi alterazioni tali, da renderli più facile preda dei fagociti.

Si distinguono due specie di opsonine: opsonine cioè esistenti nel sangue normale e opsonine del siero di animali immunizzati. Le prime sono sostanze termolabili, giacchè vengono distrutte dal riscaldamento a 58°-60°; le seconde termostabili, in quanto resistono al riscaldamento a 60°.

Le opsonine del siero normale possono agire su svariate specie bacteriche, quelle dei sieri specifici agiscono prevalentemente sui germi, contro i quali il siero è attivo.

Potter, Ditman e Bradley però ammettono che nel siero normale, oltre le opsonine termolabili, si trovino anche alcune opsonine specifiche termostabili; così nel siero umano esisterebbero tifo-opsonine che resistono al riscaldamento a 60°, nel siero dei topi bianchi carbonchio-opsonine resistenti a 70°.

Wright e i suoi seguaci distinguono nettamente le stimuline di Metchnikoff, che pure si troverebbero nel siero di sangue e che agirebbero direttamente sui fagociti, accrescendo la loro attività, dalle vere opsonine, capaci di agire sui bacteri soltanto.

Wright vide difatti che, mediante il riscaldamento, si annulla il potere opsonico del siero solo, mentre, riscaldando miscele di siero attivo e di bacteri, il fenomeno opsonico non si altera. Ciò prova appunto che i bacteri assumono e legano le opsonine e che, dopo questo legame, esse diventano insensibili alla temperatura, capace di inattivare le opsonine libere.

Eguale netta distinzione viene fatta da Wright tra azione bacteriolitica e azione opsonica del siero ed egli osservò che,