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lavoro scientifico non si stabilisce in base a criterii obiettivi: imperocchè un gran numero di fenomeni che si osservano nei viventi restano nondimeno al di fuori della Fisiologia propriamente detta, nel campo di studio del fisico o del chimico. E reciprocamente lo studio di certi processi chimici — specialmente la sintesi dei composti del carbonio — si appoggia spesso a quello dei processi organici, nei quali p. es. si svela l’importanza delle azioni catalitiche dei fermenti, e l’ufficio della luce.

Spingendosi avanti nel campo delle scienze della vita, la classificazione dei viventi appare certo, non interamente, artificiale, e così — per fermarsi alla prima divisione — la distinzione fra animali e vegetali dà luogo ad una naturale distinzione fra Zoologia e Botanica. Ma coloro che perseguono la soluzione di certi problemi generali, sono tratti spesso a ravvicinare dal loro punto di vista esseri assai lontani sotto l’aspetto anatomico: appunto la Biologia o Fisiologia generale forma un campo di studio che, in un certo senso, si separa dalla Morfologia, dando origine ad una distinzione sovrapposta a quella tradizionale fra Zoologia e Botanica.

Pertanto l’idea comtiana, che vi sia un’affinità obiettiva tra i fenomeni di cui si occupano le singole scienze, si rivela ad un esame critico radicalmente falsa. Il criterio che presiede agli aggruppamenti e alle distinzioni scientifiche empiricamente date, non è un criterio obiettivo ma subiettivo: così p. es., le relazioni spaziali o geometriche vengono separate idealmente dalla realtà fìsica di cui fan parte, per opera di un processo d’astrazione; ed un processo simile dà origine alla distinzione fra proprietà meccaniche ed elettriche, o fra proprietà fisiche e chimiche, ecc.

Ciò non vuol dire, che queste astrazioni sieno prive di significato per riguardo alla realtà: quando i fenomeni vengono concepiti secondo un certo ordine o aggruppati in certe classi, le relazioni geometriche, meccaniche, fìsiche ecc. si distinguono rispettivamente come comuni a codeste classi; ma il criterio d’ordinamento è relativo e relativa quindi la generalità maggiore o minore di quei rapporti astratti. Sono più generali i fenomeni meccanici o gli elettrici? Rispetto alla considerazione comune, macroscopica, ogni fenomeno elettrico è di solito accompagnato da fenomeni meccanici ma non viceversa, quindi i rapporti meccanici sono più gene-