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partecipati dalla collettività, certo che questo fu uno dei principalissimi compiti di tutte quante le religioni e che, anzi, come abbiamo visto, era questa la funzione cui esse dovevano la loro stessa origine e che ne costituiva come la ragion d’essere. Ma anche in tal campo, come già in tutti i restanti, la religione è stata a poco a poco sostituita da un altro organo, tecnicamente più efficace, e oggi sopratutto sviluppatosi in modo meraviglioso, che possiamo chiamare di formamazione e di esplicazione della scienza collettiva.

Costituito da tutti i mezzi di comunicazione e trasmissione del pensiero, da tutti i più svariati modi di propaganda delle idee, da tutti i cosiddetti organi dell’opinione pubblica, da tutte le sorta di riunioni e di associazioni atte a dare espressione e peso alla media o alla risultante di più volontà individuali, da tutti i sistemi rappresentativi in tutti i campi di attività sociale, quest’organo così complesso della coscienza collettiva permette oggi sempre più facilmente, sempre più perfettamente, e in un numero sempre maggiore di occasioni, l’accordo e l’azione di concerto fra i componenti di ciascun gruppo e sottogruppo sociale e poi fra i diversi gruppi e sottogruppi sociali stessi e così in definitiva fra tutti i membri della società. Esso acquista conseguentemente un’efficacia determinatrice sempre maggiore in tutti i campi di attività sociale e quindi anche in quello morale.

Così, il consenso unanime della collettività intorno a dati principî morali, che siano per tutta la società, e non solo per questa o quella classe sociale al potere, veramente indispensabili od utili alla propria esistenza od al proprio benessere, s’impone ormai al singolo individuo con un’autorità che non la cede in nulla a quella che prima esercitava la religione; e la lode e il biasimo, la stima e il disprezzo dell’opinione pubblica vanno acquistando ogni giorno più un’importanza tale da costituire ormai per la grande maggioranza degli individui la precipua molla di qualunque loro azione1.

Sta il fatto, ad ogni modo, che l’organo che viene messo oggi in moto ad ogni nuovo o maggior bisogno morale da parte della società è ormai questo soltanto della coscienza collettiva e non più quello religioso: associazioni contro questa

  1. Cfr. Stuart Mill: Op. cit., secondo saggio: Utility of Religion, 78-81, 84-87.