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il fenomeno religioso 125


plesso su qualunque altra che perseverasse in un regime di minore equità1.

Strana davvero questa teoria del Kidd, che nel suo sviluppo distrugge quanto di seducente poteva a primo aspetto trovarsi nel concetto fondamentale da cui ha preso le mosse. Si sarebbe capito, infatti, che, dato questo suo punto di partenza, egli si fosse sforzato di dimostrare, ad es., che un regime di non equità, cioè tale da non garantire in condizioni di pace il maggior benessere del maggior numero dei viventi, può però essere il più adatto, come è il caso per le società a tipo dispotico-militare, ad assicurare la vittoria nella lotta in massa, o guerra, contro le altre società; e che quindi la religione che garantisce e rinsalda un tal regime è stata fino ad oggi la condizione sine qua non di sopravvivenza sociale. Ma no! ad onta di tutti gli insegnamenti della storia e dei fatti stessi più palesi che si svolgono sotto i nostri occhi, e tratto in inganno da quello spirito di protesta proletaria del cristianesimo primitivo che doveva venire ben presto sopraffatto dalle tendenze opposte, comuni a tutte quante le religioni, egli attribuisce alla fede tuttora vigente per l’appunto quell’odierno movimento sociale in favore delle classi lavoratrici, che è, invece, il portato diretto dell’affievolirsi generale del sentimento religioso e dell’agitazione proletaria razionale che ne consegue per una maggior giustizia sociale.

Ma astrazione pur fatta dallo sviluppo particolare datogli dal Kidd, è il concetto fondamentale stesso da cui egli si è partito, — la capacità, cioè, della selezione naturale di fissare condizioni sociali che pur dannose alla società presente possono però assicurarle il successo nel futuro, — che un più attento esame ci deve far rigettare come inammissibile. Il Kidd, tutto impregnato delle teorie del Weismann, ha trasportato nella società, come si vede, la concezione biologica di quest’ultimo che, per la selezione naturale, l’utilità dell’individuo passa in seconda linea rispetto a quella della specie, e che quindi possono venir fissati caratteri somatici e particolarità funzionali, a cominciare dalla morte fisiologica stessa, che pur

  1. Cfr. Kidd: Op. cit.: L’évolution sociale; lo stesso: Principles of Western Civilisation, London, Macmillan, 1908; lo stesso: The two principal laws of Sociology, «Scientia» (Rivista di Scienza), 1907, N.° IV-4, e 1908, N.° V-I.