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IL FENOMENO RELIGIOSO
Il fenomeno religioso si presenta a primo aspetto come un duplice paradosso psicologico e sociologico. Vediamo, infatti, formarsi e fissarsi nella mente umana delle credenze del tutto opposte a quelle che dovrebbe suggerire l’esperienza quotidiana; e vediamo sorgere e svilupparsi nell’organismo sociale un organo ben specializzato, la cui funzione precipua pare a prima giunta non sia che quella dell’inutile sperpero di energie collettive preziose. Vediamo, p. es., degli individui offrire degli alimenti a degli oggetti inanimati e ripetere la stessa azione ogni giorno ad onta che gli alimenti stessi restino ogni volta naturalmente intatti, oppure rivolgere ogni giorno a delle imagini impassibili sempre le medesime preghiere per quanto queste non ottengano mai risultato alcuno; e vediamo delle società, magari ancora economicamente ben povere, rivolgere alla costruzione di grandiosi templi sforzi e ricchezze molto maggiori che non alle proprie dimore, consumare in sacrifizi o nelle offerte votive interi armenti e altri capitali sociali ingenti, mantenere largamente una numerosa casta sacerdotale apparentemente improduttiva e parassita.
Sorgono così due problemi fondamentali, del tutto distinti sebbene fra loro connessi, psicologico l’uno, sociologico l’altro, la soluzione dei quali ha affaticato si può dire tutte le menti filosofiche, per le questioni vitali che vi si riallacciano.
Per quanto concerne il problema psicologico — che qui non faremo che accennare molto brevemente — è ormai generalmente ammesso, fino già dal filosofo Hume, che ciò che sta a base di tutte le creazioni religiose è il presupposto spontaneo, con cui, per irresistibile associazione d’idee e con-