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si attenga alla cinematica di Galileo, è, in realtà, totale per Einstein.

La deduzione così semplice (di cui ho qui riprodotto solo le linee generali) della legge sperimentale di propagazione della luce in un corpo in moto, partendo dalla ipotesi della costanza della velocità della luce nel vuoto, costituisce certo una brillante conferma della teoria di Einstein. È da augurarsi che al controllo dell’esperienza possa sottoporsi qualche altra conseguenza immediata dei due principi che di quella teoria formano la base. I tentativi fatti, con mirabile abilità sperimentale, dal Kaufmann e da altri per verificare conseguenze più remote della teoria, lasciano qualche dubbio sulla interpretazione che ne fu tratta; giacchè la conferma o la negazione di risultati teorici complessi investe non solo i due principî di cui più volte abbiamo parlato, ma tutte le altre ipotesi più o meno esplicite che a quelli occorre aggiungere per ottenere i detti risultati.

Riassunto

Perchè il lettore possa orientarsi in questo scritto, dove il desiderio di chiarezza ha costretto talora a fermarsi sui particolari, è opportuno che io riassuma i punti capitali.

1. Il principio di relatività nella sua forma vaga non è smentito da nessun fatto e corrisponde ad un bisogno del nostro spirito. Si tratta d’altra parte di una di quelle verità elastiche, suscettibili di assumere diversi aspetti secondo il modo con cui si cerca di precisarle, e destinate perciò a sopravvivere ai cataclismi che di tratto in tratto colpiscono le teorie scientifiche più concrete.

2. Nello studio dei fenomeni ottici, il detto principio fu precisato da Einstein coll’ipotesi ulteriore che i fenomeni stessi vi soddisfino quando si tenga conto solo dei corpi materiali partecipanti all’esperienza, prescindendo dall’etere riguardato come una rappresentazione priva di realtà.

3. Intorno alla velocità di propagazione della luce nel vuoto si possono presentare svariate ipotesi accordantisi col principio di relatività. Le più plausibili sono: la ipotesi balistica, secondo la quale la velocità della luce si compone (nel senso di Galileo) colla velocità della sorgente e dell’osserva-