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l’istante osservato di massimo allontanamento dovrebbe risultare ancora equidistante dagli istanti osservati di massimo avvicinamento che lo precedono e lo seguono. Nell’ipotesi balistica invece il ritardo sarebbe minore o maggiore, secondo che l’astro si avvicinasse o si allontanasse dal Sole, e quindi l’intervallo di tempo trascorso tra la prima e la seconda osservazione dovrebbe superare l’intervallo tra la seconda e la terza. La differenza avrebbe anzi un valore rilevante (di parecchie ore, ed anche di qualche giorno) in conseguenza dell’enorme distanza della stella, come un facile calcolo dimostra. Le conoscenze imperfette che abbiamo intorno ai moti delle stelle doppie non permetterebbero, a dir vero, di eliminare altre eventuali anomalie. Ma se per tutte le stelle doppie nelle condizioni suddette apparisse una causa costante di irregolarità, vi sarebbe una forte presunzione per attribuire quella causa alle variazioni di velocità della luce.
Su questi problemi l’avvenire potrà dare una risposta. Nello stato attuale della scienza nessun fatto autorizza a preferire l’ipotesi balistica all’ipotesi che Einstein trasse dalla teoria elettromagnetica di Lorentz.1 E poichè anzi le conseguenze di questa sembrano conformi all’esperienza, siamo condotti ad adottare il principio della costanza della velocità della luce rispetto ad un qualsiasi sistema naturale di riferimento.
Dobbiamo però metter subito in luce una conseguenza singolare di questo principio. Esso è in pieno contrasto colla legge di composizione dei movimenti enunciata da Galileo e adottata dalla meccanica classica. L’Einstein, adottando il principio della costanza della velocità della luce, fu condotto infatti a costruire una nuova cinematica, nella quale le velo-
- ↑ Durante la pubblicazione di questo scritto, ho letto nella «Physical Review» due articoli che riguardano la questione qui trattata. Nel primo (N.º del febbraio 1910) è brevemente riferita una comunicazione fatta dal sig. Comstock alla riunione tenuta dalla Società fisica americana a Princeton nell’ottobre 1909. Il Comstock propone il metodo delle stelle doppie, che ho suggerito io stesso qui sopra, ed aggiunge che le ricerche da lui fatte sinora per questa via sembrano non accordarsi coll’ipotesi balistica. Nel secondo articolo (N.º del luglio 1910) il sig. Tolman espone una semplice osservazione atta a discriminare le due ipotesi. Egli, dopo aver rilevato che l’effetto Doppler presenta nelle due teorie particolarità differenti, deduce dall’esame spettroscopico dei moti celesti e terrestri che solo la ipotesi di Einstein è accettabile.