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NUOVE TEORIE

SULLE CAUSE DELL’ERA GLACIALE


Ormai è universale il consenso tra Usici e geologi che condizione o, diciamolo pure, causa immediata delle grandi espansioni glaciali, che impressero la loro impronta, ancor fresca e recente, su vastissime estensioni di tutti i continenti, fu un abbassamento di temperatura. Questa conclusione, alla (piale credo di aver portato conforto di prove quantitative, quando una scuola autorevolissima, che si onorava dei nomi di Tyndall, Stojipani, e Blaserna, sosteneva la conclusione opposta, ricevette di recente la consacrazione definitiva nella grandiosa opera di Penck e Brückner1, che rimarrà per lungo tempo il codice della glaciologia alpina.

Nel bilancio di un ghiacciaio ha parte predominante l’ablazione, cioè il processo di fusione del ghiaccio, che è tanto più attivo quanto maggiore è la temperatura estiva nella regione dei ghiacciai. Io avevo ammesso, sedici anni or sono, per semplice intuizione che la quantità di ghiaccio fuso è proporzionale al numero di gradi sopra lo 0°, e come intuizione tale concetto è accolto anche da Penck; ina ora possiamo affermare il fatto come dimostrato, dopo le belle e ignorate ricerche del nostro Fantoli sul regime delle acque glaciali nei bacini dell’Adda, del Ticino e del Rodano2. Poiché la temperatura media estiva oltre i 2500 m. è di pochi gradi

  1. Penck u. Brückner, Die Alpen in Eiszeitalter, Leipzig, 1909.
  2. G. Fantoli, Alcune note d’idrografia. Sulla estensione dei ghiacciai nel dominio dei nostri fiumi alpini, sul tributo e sul regime delle acque glaciali, «Il Politecnico», Milano, 1902.