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l'opera di giovanni schiaparelli 297

sistema del mondo, e per quali ostacoli la potenza speculativa degli Elleni, dopo avere raggiunto il concetto fondamentale di Copernico, non ha potuto tramandare ai nipoti, invece di un monumento durevole, altro che una debole eco di sì ardito pensiero. E continuando, come era suo costume, a meditare e a far ricerche sull’importante argomento, riusciva più tardi, nel 1898, in altra Memoria intitolata «Origine del sistema planetario eliocentrico presso i Greci» a dimostrare, prendendo le mosse da Eraclide Pontico e da Aristarco Sarnio, che se i matematici greci, colle loro forme astratte di movimento per eccentrici ed epicicli intorno a punti ideali, non fossero intervenuti nella questione e l’avessero lasciata alla pura speculazione dei fisici, i Greci non avrebbero avuto da scegliere che fra l’ipotesi di Ticone e quella di Copernico, o, se si vuole, fra quella di Eraclide e quella di Aristarco, e sarebbero quindi pervenuti alla verità.

Appartengono queste sapienti elucubrazioni storiche ad un periodo di tempo nel quale lo Schiaparelli davasi a un intenso e fecondo lavoro di osservazioni e di calcoli nella specola da lui diretta, e nel periodo stesso trovò egli tempo e modo di pubblicare uno studio «Sui parapegmi o calendarii astro-meteorologici degli antichi, alcune «Annotazioni» da lui fatte all’astronomia di Albatenio, inserite nell’opera in tre volumi pubblicata appunto sull’astronomo arabo da C. Nallino, una geniale Nota «Rubra Canicula» nella quale con erudizione di letterato, di filologo e di astronomo, con rara genialità di pensiero e di forma esamina se sia proprio vero che la brillantissima stella Sirio, oggi del color bianco più puro, fosse al principio dell’era cristiana di color rosso intenso.


IV.


Siamo, come appena dissi, nel periodo della più intensa e feconda attività astronomica dello Schiaparelli, rivolta ad osservazioni ed a calcoli che abbracciano l’universo quant’è esteso, il sistema del Sole e il mondo stellare.

Appena entrato nella specola di Brera intraprese egli al Circolo meridiano alcune osservazioni di stelle fisse che, proseguite, furono dopo parecchi anni raccolte in un «Catalogo stellare». Intorno alle stelle fisse non solo osservò ma meditò