Pagina:Schiaparelli - Scritti sulla storia della astronomia antica, II, 1926.djvu/95

84 le sfere omocentriche

vantaggio ò sempre dei più moderni (come per esempio accade nella determinazione dei medi movimenti). Lo studio dell’anomalia del moto solare non trae alcun vantaggio dal tempo; ma solo progredisce colla perfezione dei metodi d’osservazione, e il paragone dei risultati di Eutemone con quelli di Callippo mostra di quanto il secondo avesse perfezionato l’opera del primo.

Non può esservi il minimo dubbio, che se noi possedessimo l’esatta espressione dei risultamenti da Callippo ottenuti colle sue osservazioni equinoziali e solstiziali, ne potremmo ricavare per gli elementi dell’anomalia solare valori assai prossimi al vero. Eudemo narra, che per rappresentare questa anomalia, Callippo impiegava due sfere; ed appena è lecito dubitare, che l’artificio da lui usato per render conto dell’alternata accelerazione e ritardazione del moto solare fosse identico a quello che Eudosso impiegava per rappresentare l’anomalia sinodica dei pianeti, la quale, sebbene molto più sensibile che l’anomalia del Sole, appariva allora analoga ne’ suoi effetti. Conservando le tre sfere date da Eudosso nel loro ordine e positura1, Callippo non ebbe a far altro, che aggiungere due sfere, di cui la prima avesse i poli nella terza sfera d’Eudosso, descrivente il circolo solare con moto uniforme nello spazio di un anno; la seconda, portante il Sole, avesse i poli sulla prima e un asse alquanto inclinato all’asso di questa, con velocità uguale e contraria. Dando all’inclinazione un valore uguale a quello dell’anomalia massima (che risultava a Callippo, come a noi, di circa 2 gradi), l’ippopeda solare derivante dal moto delle due nuove sfere prendeva in lunghezza sull’eclittica 4 gradi, con la digressione in latitudine di appena 1’ dalle due parti dell’eclittica. La perfezione, con cui questa ipotesi è capace di rappresentare il moto del Sole in longitudine è quasi uguale a quella che più tardi si raggiunse coll’eccentrico e coll’epiciclo, e l’errore non tocca che i quadrati dell’eccentricità. La durata dell’anno solare per Callippo era di 365 i giorni come per Eudosso, siccome risulta dalla considerazione del periodo callippico, in cui 76 anni si suppongono comprendere esattamente 27759 giorni2.

  1. L’aver Callippo conservata anche la terza delle sfere solari d’Eudosso, mostra che anch’egli ammetteva la nutazione dell’orbe solare rispetto all’eclittica fissa, di che a lungo si è ragionato nell’articolo IV.
  2. Bailly, Hist. de l’Astr. ancienne, I, p. 249.