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70 le sfere omocentriche

massime del pianeta dalle due parti dell’eclittica non riusciranno di 0" 44’ e saranno ancora insensibili alle osservazioni, mentre l’arco di retrogradazione sarà di circa 8°. La linea descritta dal pianeta dalle due parti dell’eclittica durante una rivoluzione sinodica sarà rappresentata dalla fig. 15, nella quale le dimensioni trasversali sono state esagerate nel rapporto 3:10 , perchè si potessero delineare chiaramente le circonvoluzioni della curva. Le fasi del movimento sono analoghe a quelle già descritte per Saturno. Durante una rivoluzione sinodica, il pianeta traversa l’eclittica 4 volte ad intervalli di tempo uguali, tocca due volte il limite australe di latitudine e due volte il limite boreale, e queste otto fasi del movimento dividono il periodo sinodico in otto parti uguali. Le digressioni in latitudine però rimanendo anche per Giove insensibili all’osservazione, possiamo dire che per Giove, come per Saturno, Eudosso raggiunse egregiamente la soluzione del problema proposto da Platone, di rappresentare il loro corso con movimenti circolari ed uniformi ed omocentrici entro il limite della precisione delle osservazioni di quel tempo. Infatti è certo, che l’ampiezza, la durata, e la frequenza delle retrogradazioni sono press’a poco quali risultano dalle supposizioni descritte.

3. Marte. Non affatto la stessa cosa può dirsi per Marte il cui corso apparente nel cielo offriva complicazioni maggiori, e da Plinio era designato col carattere di maxime inobservabilis1. Non è facile comprendere, come Eudosso abbia potuto così

    moto di longitudine sarà sempre lo stesso, e sempre ugualmente prossimo al vero; mentre il moto in latitudine cambierà l’ordine delle sue fasi, quella parte della curva descritta dal pianeta, che è sopra l’eclittica, passando al disotto, e inversamente. In una parola, la curva del pianeta subirà una inversione simmetrica rispetto all’eclittica considerata come suo asse.

  1. Hist. Mundi, II, 17.