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di eudosso, di callippo e di aristotele 65

i movimenti erratici dei pianeti per mezzo di linee elicoidi e simili alla linea ippica. Per noi costoro non possono esser altri che Eudosso, e quelli che gli succedettero nel professare e nel perfezionare il sistema delle sfere omocentriche; le linee elicoidi e simili all’ippica non sono altro che le diverse ippopede dei diversi pianeti.

Dal medesimo pure intendiamo, che non dirittamente Dercillide assimilava all’elica di Platone le linee elicoidi e l’ippica. Non è facile vedere, come l’elica di Platone abbia somiglianza con una linea qualunque descritta da cavalli. Veramente Dercillide poco più sotto avverte, esser due le specie di elica, cioè quella simile alle spirille della vite ed alle circonvoluzioni delle scitale laconiche (l’elica cilindrica dei moderni), ed un’altra elica piana, che egli anche insegna a descrivere, ed è semplicemente una sinusoide piana indefinita, corrente fra due linee parallele. Questa sinusoide, secondo H. Martin, è l’ippica di Dercillide; anzi l’ippopeda di Eudosso non sarebbe, secondo lui, diversa da tal sinusoide. In questo io mi permetto di esprimere un parere contrario a quello dell’egregio espositore di Teone; perchè: l.° Dercillide in nessun luogo accenna alla identità dell’ippica colla sua pretesa elica piana. 2.° Questa e derivata per sviluppo cilindrico, non già dall’elica platonica, ma dal solo e semplice circolo obliquo dello zodiaco, onde la sua funzione è perfettamente identica a quella di questo circolo, ed essa non spiega gli erramenti dei pianeti più che questo circolo non faccia. 3.° Non si comprende come l’ippica planetaria che è una curva essenzialmente sferica e rientrante in sè medesima, possa identificarsi all’elica piana di Dercillide, la quale è indefinita. 4.° Eudosso non ha potuto impiegare per le sue ipotesi una linea, che non presenta alcun mezzo di spiegare le retrogradazioni dei pianeti; infatti il corso nella sinusoide è sempre diretto, e non mai retrogrado. 5.° Per quanto io sappia, la sinusoide non ha, per la sua forma, alcun titolo speciale ad esser denominata curva ippica. 6.° Finalmente, essa non può identificarsi colla ippopeda d’Eudosso per la semplice ragione, che i movimenti delle sfere planetarie, così chiaramente descritti da Aristotele e da Simplicio, non possono produrla in alcuna maniera. — Io credo piuttosto, che Dercillide, con quella sua digressione affatto fuor di luogo sopra una curva inutilissima per l’astronomia, abbia voluto far pompa di sapere geometrico, anzi che esporre la natura della linea

Schiaparelli - Astronomia II. 5