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di eudosso, di callippo e di aristotele 19

Archimede1, che Eudosso supponeva il Sole nove volte più grande della Luna; quindi è lecito concludere, che ritenesse il primo esser nove volte più lontano della seconda. Egli poteva facilmente giungere a questa estimazione collo studio attento delle fasi della Luna nelle diverse sue elongazioni dal Sole. Eudosso adunque si astenne totalmente dal ricercare quello, che non importava al suo principale problema, alla rappresentazione geometrica dei fenomeni; nel che vediamo un’altra prova del suo genio sobrio e rigoroso. Egli non si curò tampoco di connettere le sfere motrici con quelle del pianeta immediatamente superiore e del pianeta immediatamente inferiore, e suppose che le sfere addette al movimento di ciascun pianeta formassero un sistema isolato ed indipendente dal resto. Insomma ogni cosa porta a credere, che le sfere fossero per lui gli elementi di un’ipotesi matematica, non già enti fisici; onde a torto gli fu rimproverato d’aver chiuso l’universo in volte di cristallo, e di averle moltiplicate senza necessità.

Eudosso aveva descritto le sue ipotesi in un’opera sulle velocità, περὶ ταχῶν, che con tutte le altre sue cose è andata perduta2. Aristotele, il quale fu posteriore ad Eudosso soltanto d’una generazione, e trattò di questo argomento con Polemarco che fu conoscente d’Eudosso, potè avere informazioni sicure sul meccanismo delle sfere; onde il breve ma esatto (sebbene non completo) riassunto che ne dà nel libro XII della Metafisica merita molta attenzione. Che Teofrasto ne abbia parlato nella sua perduta Storia dell’Astronomia, è probabile; si narra anzi che egli desse il nome di ἄναστρος (senza stelle) alle sfere destinate a muovere i pianeti3. Certo è poi, che Eudemo trattò a lungo del sistema d’Eudosso nel secondo libro della sua storia astronomica; e da Eudemo trasse Sosigene la narrazione da lui data con molta prolissità nel commentario che fece sui libri de Cœlo. Tal commentario è perduto; ma un lunghissimo estratto del medesimo ci fu conservato da Simplicio nel suo proprio commentario al libro II de Cœlo; ed è questa la nostra fonte principale, la quale per conseguenza è

  1. NellArenario.
  2. Vedi App. II, § 2. Sarà Sara Sara questa una delle bellissime memorie (κάλλιστα ὑπομνήματα) che Diogene Laerzio narra Eudosso aver scritto.
  3. Vedi App. II.