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252 | sui parapegmi o calendari |
periodo eran troppo manifesti, sia considerati nel tempo (stagioni), sia considerati geograficamente (climi). Veramente questo influsso, per ciò che concerne l’atmosfera ed i venti, non si mostra con quella regolarità e costanza, che si potrebbe aspettare; le perturbazioni sono incontestabili, o certamente non senza causa. Era logico e naturale cercare questa causa negli astri più cospicui dopo il Sole, e specialmente nella Luna, al cui periodo parevano informarsi anche allora certi fenomeni dell’atmosfera, del mare, e della natura organica1.
Per l’indagine di tali influenze fu presa come base una idea altrettanto semplice, quanto ingegnosa. Dato che tutto dipenda principalmente dal Sole e in seconda linea dalla Luna, e che si possa provvisoriamente negligere la considerazione degli altri corpi celesti di tanto minor luce e appariscenza; è chiaro che l’influsso combinato dei due astri dovrà riprodurre i medesimi effetti tutte le volte che essi occuperanno simultaneamente le medesime posizioni noi rispettivi periodi. Se quindi si potrà trovare una durata di tempo tale, che comprenda un numero intiero di periodi lunari e solari, tale durata potrà considerarsi come il vero anno cosmico, in capo al quale, tutti gli effetti naturali, in quanto sono connessi col moto dei due luminari, debbono riprodursi. Così nacque il famoso problema del grande anno sul quale tanto studiarono i Greci, specialmente nel quinto secolo avanti Cristo. Esso non aveva soltanto per oggetto di ottenere un ordine fisso ed uniforme per il calendario; ma ancora, e più, quello di prevedere i fenomeni del Sole, della Luna, delle stelle, le vicende dei venti, delle piogge e delle tempeste. Passiamo ora brevemente in rassegna (per quanto la scarsità delle notizie a noi tramandate lo concede) i lavori e le speculazioni, a cui le idee qui sopra esposte hanno dato origine.
Abbiamo già nominato qui sopra Cleostrato da Tenedo (520), de’ cui lavori il tempo ha lasciato sopravvivere poche memorie2. Pare che egli abbia studiato il moto annuo del Sole
- ↑ Circa l’influsso della Luna sul le cose naturali vedi De Generatione Animalium, IV, 10 (Aristotelis Stagiritue Operum Tomus Secundus. Lugduni 1549, p. 380); Macrobius, Lipsiae 1888, pp. 461, 497; Plutarco, Quaestionum Convivalium Lib. III, c. 10. Tutto il lungo capitolo è consacrato a questa materia, di cui si dan molti e vari esempi.
- ↑ Poema astronomico di Cleostrato: v. E. Maass, Aratea. Berlin 1892, pp. 158, 329. Cleostrato introdusse i Capretti come costellazione, ibid. p. 341.