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250 | sui parapegmi o calendari |
riconobbe che il continuo cambiare del parallelo diurno che si osserva nel Sole da un giorno all’altro, e il moto spirale che esso sembra fare fra i due paralleli estremi (i tropici) sono il risultato del moto diurno della rotazione celeste, combinato col moto annuo del Sole fra le stelle in un circolo obliquo. Anassimandro aveva visitato le colonie del Ponto; dove la comparazione dell’aspetto delle stelle con quanto era stato osservato da lui e da altri a Mileto ed in Egitto sotto latitudini assai più basse lo condusse alla grande ed importante scoperta della convessità della Terra nel senso del meridiano. E poichè la rotazione diurna della sfera stellata già lo aveva convinto esser la Terra sospesa senza appoggio al centro dell’universo, combinando queste due idee egli si persuase dover esser la Terra qualche cosa di simile ad un gran cilindro (o come egli diceva, ad un tronco di colonna) coll’asse disteso nella direzione dal levante al ponente. Come egli abbia potuto più tardi assicurarsi che la Terra è convessa anche nel senso perpendicolare al meridiano, non è ben noto; tuttavia pare che nei suoi ultimi anni abbandonasse quella singolare (benchè logica conseguenza delle osservazioni) ipotesi del cilindro, e preferisse attribuire alla Terra la figura della sfera, più simmetrica e meglio corrispondente a quella dell’universo sferico, che Anassimandro supponeva circondarla da ogni parte. Queste grandi scoperte della sfericità della Terra e del suo isolamento nello spazio non sono inferiori, per merito e per difficoltà, a quelle per cui vanno celebrati i nomi di Copernico e di Newton. Ma per esser tanto lontane dal comune concetto e dalle quotidiane apparenze, durarono fatica ad esser comprese, anche da menti dotte: e più di un secolo dopo, uomini come Empedocle ed Anassagora e Democrito non ne erano ancora convinti. Bensì pare che l’adottasse subito Pitagora di Samo (569-170) discepolo di Ferecide, e con esso tutte le scuole dei Pitagorici.
La forma sferica della Terra condusse subito a scoprire la vera teoria dei climi geografici. Infatti allora per la prima volta si potè comprendere il motivo del fatto (già a quanto pare riconosciuto da Talete), dell’essere i climi terrestri ordinati secondo strisce parallele precedenti da levante a ponente; e tale fu l’origine della dottrina delle zone, che dicesi proclamata per la prima volta da Parmenide di Elea (520-450). Nell’ipotesi della Terra piana coperta da una volta emisferica doveano i paesi più caldi esser quelli, nelle cui vicinanze si