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astro-meteorologici degli antichi 247
IV. Origine comune dell’Astronomia e della Meteorologia presso i Greci. Prime scoperte e speculazioni.


La connessione dei fenomeni delle stelle col corso delle stagioni e colle vicende dell’atmosfera fu per tempo notata anche da altri popoli dell’antichità e messa a profitto per regolare il Calendario. Così presso gli Egiziani era da tempo immemorabile notato il levare mattutino di Sirio, e presso gl’indiani quello di Canopo. Ma in nessun altro luogo che in Grecia sembra che da tali ripetute osservazioni l’uomo sia stato condotto a considerare la detta connessione sotto un aspetto scientifico. Per l’Egiziano il levare eliaco di Sirio era un fatto d’ordine soprannaturale e divino, predisposto per avvertirlo dell’imminente cresciuta del Nilo. I Cinesi, e gl’Itali antichi ed i Romani ancora assai tardi, in questa relazione fra il cielo e la terra non videro altro, che il punto dell’utilità pratica. I Babilonesi e gli Assiri ne trassero nuovi procedimenti di magia e di divinazione. Solo il popolo ellenico ebbe dalla natura quel genio indagatore e quella potenza di speculazione, che è necessaria per arrivare alla scienza propriamente detta. Esso solo, dalle occorrenze quotidiane della vita e dalle osservazioni dei fatti seppe assorgere alla considerazione delle cause; e per esso veramente si può dire, che la necessità fu madre della filosofia.

Una prima e splendida manifestazione del pensiero scientifico presso i Greci corrisponde al massimo fervore della loro espansione coloniale, 600-500 avanti Cristo. Essi dominavano allora colle loro navi tutto il bacino orientale del Mediterraneo e quello del Ponto Eusino. Centro di tutto questo gran movimento era l’Ionia, e nell’Ionia la città di Mileto, divenuta una delle più grandi piazze del commercio mondiale. Mileto aveva fondato, o stava fondando una lunga serie di colonie e di fattorie le quali si estendevano da Abido nell’alto Egitto e da Naucrati nel Delta nilotico, fino alle bocche dell’Istro e del Boristene; nei suoi fondaci si accumulavano i prodotti della Scizia accanto a quelli dell’Arabia e dell’Etiopia. Il colono del Ponto, che aveva navigato in sul Boristene ed esperimentato l’inverno scitico, a Mileto narrava le sue avventure e le sue osservazioni al soldato di Caria, che militando