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sarebbe, secondo questa teoria, impossibile; o almeno richiederebbe molte essenziali modificazioni. Sarebbe dunque assai importante di poter dimostrare che tal passaggio è realmente avvenuto, anche per una sola stella.

Questa così grandiosa e singolare mutazione di Sirio può essa considerarsi come storicamente provata? Parecchi dotti di grande autorità hanno risposto affermativamente. Humboldt scrive nel III volume del Cosmos1 «Sirius offre l’unique exemple d’un changement de couleur constate historiquement». John Herschel ammette pure la realtà del fatto, e come spiegazione probabile del medesimo è disposto ad adottare l’interposizione di una nube cosmica capace di assorbire una certa parte dei raggi di vario colore onde si compone la luce della stella2: «It seems much more likely that a red colour should be the effect of a medium interposed, than that in the short space of 2000 years so vast a body should have actually undergone such a material change in his physical constitution». Egualmente affermativa è l’opinione di Arago3: «Tout bien examiné, tout bien pése, il semble donc que Sirius était jadis rougeâtre, et qu’en moius de 2000 ans il est passe de cette teinte au blanc le moins équivoque».

Considerando però attentamente tutto quello che ho avuto occasione di leggere su quest’argomento, son venuto nell’opinione che un esame rigoroso, imparziale, e completo di tutte le testimonianze non sia ancor stato fatto, e che il processo meriti essere riveduto. Ciò che qui presento non ha la pretesa di risolvere definitivamente la questione; non è altro che un tentativo di aggiungere qualche cosa a quanto su tal proposito fu scritto anteriormente. Incominciamo adunque con quello dei testimoni, la cui deposizione sembra più chiara e la cui autorità sembra più decisiva: col grande astronomo d’Alessandria Claudio Tolomeo.

  1. Cosmos. Essai d’une description physique du Monde, edizione francese di Milano (1854): vol. III, p. 105.
  2. Astronomische Nachrichten, 1839, N. 372.
  3. Annuaire du Bureau des Longitudes, 1842, p. 353.