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presso i greci 163

che a me pare gravissima (§§ 10). Che se ad alcuno tale difficoltà non sembrasse insuperabile, per lui la conclusione ultima finirebbe coll’essere la medesima, a cui si arriva nella presente memoria per via molto diversa.

46. Considerando infatti, essere incertissimo che Eraclide Pontico conoscesse ed approvasse la piccola anomalia del corso solare, eviteremo tutte le precedenti difficoltà e contraddizioni notando che il discorso immediatamente precedente di Cremino versa sui pianeti, e forse ancora un’allusione ai medesimi è contenuta nell’enigmatico παρελθών τις1; onde risulta naturale che ai pianeti pure debba riferirsi l’estratto, che subito vien dopo, di Eraclide Pontico. Per noi dunque l’anomalia relativa al Sole, περὶ τὸν ἥλιον ἀνωμαλία, a cui qui si accenna, è quella che Tolomeo ed Ipparco nell’Almagesto sogliono denominare talvolta ἡ πρὸς τὸν ἥλιον ἀνωμαλία, tal’altra ἡγ παρὰ τὸν ἥλιον ἀνωμαλία2; cioè quella grande ineguaglianza dei moti planetari apparenti, che sola era conosciuta ai tempi di Eraclide Pontico, e che si manifesta principalmente colle stazioni e colle retrogradazioni. Questa anomalia si produce simmetricamente nelle identiche distanze apparenti od elongazioni di di un pianeta dal Sole, a destra e a sinistra di esso; onde l’espressione περὶ τὸν ἥλιον si trova perfettamente giustificata, mentre Ipparco e Tolomeo, considerando la relazione di essa col Sole in modo più generale, preferirono di dire παρὰ τὸν ἥλιον o πρὸς τὸν ἥλιον. — Ne concludiamo, che ai tempi di Alessandro Macedone, se non forse qualche anno prima, la possibilità di spiegare le ambagi dei movimenti planetari per mezzo del moto della Terra intorno al Sole supposto fisso era già conosciuta da quel medesimo Eraclide Pontico, che ammetteva la rotazione diurna della Terra, ed il moto eliocentrico di Mercurio e di Venere; e forse fu da lui non solo conosciuta, ma anche da lui stesso scoperta. In tal modo le tre opinioni a lui attribuite, della rotazione della Terra, del moto di Mercurio e di Venere intorno al Sole, e della possibilità di spiegare le anomalie planetarie col moto eliocentrico della Terra,

  1. Vedi l’ultima variante noi § 40.
  2. Pel primo modo di designazione (πρὸς τὸν ἥλιον) vedi Almag. IX, 2 e X, 6. (Halma, vol. II, pp. 117, 118, 211). Pel secondo modo (παρὰ τὸν ἥλιον) vedi Almag. XII. 1. (Halma. II, pp. 312 e 313). In un altro luogo si ha invece l’uno e l’altro modo combinati insieme: παρὰ τοὺς πρ῀ος τὸν ἥλιον σχηματισμοὺς: Almag. IV. 5. (Halma, II, p. 156).

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