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158 origine del sistema planetario eliocentrico

infatti a questa rotazione si congiunga la quiete del Sole, si avrà una spiegazione sufficiente (se non completa)1 del corso apparente diurno del Sole. Una simile interpretazione, singolare a dirsi, è pure stata accettata dal Boeckh2, il quale cerca di appoggiarla con certe sue sottili e dotte riflessioni. Ma nessun ragionamento potrà persuaderci, che Eraclide Pontico abbia designato il corso apparente diurno del Sole col nome di {cgreco da controllare}}. Allora, come adesso, anomalia nel senso astronomico significava ineguaglianza, difetto d’uniformità; invece il moto diurno del Sole era considerato come dì uniformità assoluta; e tale certamente supponeva Eraclide che fosso il molo rotatorio della Terra.

42. Il Bergk3 non ha accettato questo modo di vedere, e con ragione. Per lui l’anomalia dì Eraclide appartiene al Sole, e deve riferirsi al moto di questo lungo l’eclittica; il quale si sa essere ora più ora meno veloce, ed è quello a cui si deve l’ineguale durata delle quattro stagioni, già scoperta cent’anni prima da Eutemone. Eudosso non l’avea voluta ammettere; ma Callippo, contemporaneo di Eraclide, la confermò con osservazioni molto più esatte di quelle di Eutemone, ed anche aggiunse due sfere alle sfere omocentriche solari di Eudosso, per renderne ragione4. Quest’idea, che già prima del Bergk aveva adottata H. Martin, seduce a primo aspetto, e la supposizione che si tratti di un’anomalia propria al corso del Sole, può sembrare a molti la più semplice e la più naturale. Nè dal punto di vista storico esiste alcun motivo di negare, che di tale anomalia qualche notizia potesse essere giunta anche ad Eraclide Pontico, sebbene in generale di simili minuzie si curassero più i matematici che i filosofi, e l’esempio di Eudosso potesse anche trattenere questi ultimi dall’approvare una tale novità. — Ciò che rende inaccettabile l’interpretazione è, che con essa dalle parole di Eraclide non si può ricavare senso plausibile alcuno, se dal puro significato grammaticale delle parole si voglia passare al fatto astronomico, che quelle parole sono destinate ad esprimere. Non occorre

  1. Non completa, perchè la rotazione diurna apparente del Sole non segue sempre un parallelo celeste, a causa del moto in declinazione.
  2. L’eber das kosmische System des Platon, pp. 135-140.
  3. Fünf Abhandlungen, etc., p. 151.
  4. Vedi per questo le mie Sfere omocentriche d’Eudosso, ecc., pp. 82-84 del presente tomo.