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presso i greci 137

dimostravano geometricamente che una sola anomalia ed una sola retrogradazione. E credeva che questi fenomeni si dovessero rappresentare, non per mezzo di circoli eccentrici, nè per mezzo di circoli omocentrici allo Zodiaco e portanti epiciclo, e neanche, per Giove, colla combinazione di entrambe queste cose».

Qui sono accusati i vecchi matematici di non aver dimostrato che una sola anomalia, la quale è manifestamente l’anomalia solare; ed una sola retrogradazione, perchè usando la sola anomalia solare, necessariamente l’arco di retrogradazione risulta lo stesso in tutte le parti dello Zodiaco. E si dice, che Ipparco non era contento di rappresentare quest’anomalia, come quelli facevano, per mezzo di circoli eccentrici, o di epicicli mossi concentricamente allo Zodiaco. Abbiamo dunque attestato qui imi’altra volta l’uso che i matematici anteriori ad Ipparco facevano, per spiegare l’anomalia solare, delle due ipotesi considerate da Apollonio: cioè degli eccentri mobili, e degli epicicli mossi concentricamente allo Zodiaco.

21. Sulle idee d’Ipparco intorno a questo argomento abbiamo notizie alquanto differenti da Adrasto Afrodisiense, conservatoci da Teone Smirneo nel suo compendio d’astronomia. Vi leggiamo infatti1: «Ipparco dice essere degno di considerazione matematica il conoscere la causa, per la quale, adottando Ipotesi così fra loro differenti, quali son quelle degli eccentrici da un lato, e dall’altro quelle degli omocentrici portanti epiciclo, si arrivi al medesimo risultato». E più sotto ima come Ipparco si decidesse per l’ipotesi degli epicicli: «Ipparco preferisce e fa sua propria l’ipotesi epiciclica; i dicendo sembrargli più credibile, che tutto il sistema delle cose celesti sia ordinato simmetricamente ed in egual modo connesso rispetto al centro del mondo. E malgrado ch’egli non fosse un fisico, e non abbia considerato accuratamente quali siano per gli astri i moti reali e consentanei alla natura, e quali si facciano accidentalmente e per sola apparenza: tuttavia anch’egli suppose, l’epiciclo di ciascuno muoversi sulla periferia di un circolo concentrico, ed il pianeta sulla periferia dell’epiciclo».

22. Tali notizie non consuonano intieramente con quelle diteci da Tolomeo; non vi ha tuttavia alcuna ragione di tenerle come sospette. Probabilmente le une e le altre si riferiscono

  1. Theonis Smyrnei, Astronomia, ed. H Martin, pp. 244, 292 e 300-302.