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presso i greci 131

Cosicché l’una e l’altra ipotesi, tanto diverse nella prima apparenza, geometricamente considerate si equivalgono nei loro effetti, e possono essere surrogate l’una all’altra indifferentemente.

12. Nell’ipotesi dell’eccentro mobile (vedi la prima delle due ligure vicine) sia T il luogo della Terra, ed intorno ad essa si aggiri concentricamente nel circolo SS’ il centro S dell’eccentrico mobile, in guisa che la retta condotta da T ad S giuaccia sempre nella direzione del Sole, movendosi di moto diretto secondo l’ordine naturale dei segni. Dal centro S descriviamo l’eccentrico, e supponiamo sia rappresentato dal circolo CC’. Conducendo la retta TS e prolungandola in C, sarà in quel momento C il luogo dell’apogeo dell’eccentrico. Se poi mettiamo che il pianeta si trovi allora sul suo eccentrico in D, percorrendolo in senso opposto all’ordine dei segni, l’angolo CSD, o l’arco CD contato dall’apogeo secondo l’ordine inverso dei segni sarà l’argomento dell’anomalia, che più brevemente designeremo col nome di anomalia: e il pianeta dalla Terra T sarà veduto nella direzione TD.

Nell’ipotesi dell’epiciclo (vedi la seconda figura) sia Θ il luogo della Terra. Intorno ad essa si descriva il circolo deferente ΣΣ’ uguale all’eccentro mobile della prima ipotesi, ed in esso da Θ si conduca la linea ΘΣ uguale e parallela ad SD della figura precedente. Si ponga in Σ il centro dell’epiciclo; e si descriva da questo centro l’epiciclo stesso ΔΔ’ uguale al circolo SS’ dell’altra ipotesi. Sarà K in quel momento l’apogeo dell’epiciclo. Facciasi ora l’angolo KΣΔ uguale all’anomalia (all’angolo CSD della prima figura, contato però da K