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diche essere i frammenti di antiche comete ora disfatte, delle quali la materia è stata distribuita lungo la loro orbita?»

Queste speculazioni furono pubblicate nel 1861 in una rivista Americana, ed è probabile che neppure oggi sarebbero giunte a notizia del pubblico astronomico Europeo, se l’Autore stesso non le avesse riprodotte nel 1867 nel suo Trattato d’Astronomia meteorica. Ma nel 1867 queste non erano più novità per i paesi di qua dall’Atlantico; invece di congetture, noi possedevamo già dimostrazioni di molte fra le idee più probabili espresse dal Kirkwood. Che che ne sia, non si può negare al professore Americano il merito di essersi avvicinato alla verità tanto quanto era possibile per via di semplice divinazione.

Ora le divinazioni possono, dirigendo opportunamente le idee degli investigatori, concorrere al progresso della scienza; esse sole però non costituiscono alcun progresso. Anzi l’abuso delle medesime, ottenebrando la via alla verità che pena sempre a farsi luce, può diventare estremamente dannoso. Quante di tali divinazioni vediamo sorgere ogni giorno, che il domani seppellisce inesorabilmente in eterno oblìo? Pur troppo il numero di coloro, che usano la fantasia per istrumento principale delle ricerche scientifiche, è legione: e la confu-