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si supponevano circolare intorno al Sole al modo dei pianeti. Della supposizione, che fossero fissi nel luogo dove la Terra li incontrava, si riconobbe assai presto l’inverosimiglianza. Oltre alla difficoltà di spiegare l’immobilità di quelle masse relativamente al sistema planetario ed al Sole, la conseguenza immediata che derivava da questa ipotesi era, che le meteore doveano piovere tutte sulla Terra in direzione esattamente opposta al movimento di questa: e che il radiante di ciascuna pioggia meteorica dovea trovarsi nel punto del cielo, verso cui la Terra si dirigeva in quel momento in virtù del suo moto annuale intorno al Sole. Ora questa condizione non si trovò approssimativamente verificata, che per la sola pioggia meteorica del 13-14 novembre, e negli altri casi si riconobbe non adempiuta.

Più probabile sembrò l’opinione prodotta da Olmsted, che ciascun ammasso cosmico girasse intorno al Sole in una propria orbita così collocata, da intersecare l’orbita della Terra in un punto. Il ritorno simultaneo della Terra e dell’ammasso a quel punto sarebbe stata la causa della pioggia meteorica. Un simile ammasso, precipitandosi sopra la Terra, aveva prodotto, secondo Olmsted, il gran diluvio delle Leonidi nel 1833. Questa ipotesi dava conto del fenomeno della ra-