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al 1647 estratta dagli annali speciali delle dinastie Sung, Yuen e Ming. Per l’intervallo che corre dal 1647, cioè dall’elevazione della dinastia dei Manciù, fino al presente, i documenti non sono ancora accessibili, perchè nella China un uso antichissimo vieta di pubblicare gli Annali di una dinastia prima che essa sia estinta o decaduta dal trono.

In confronto di questa ricchezza di fatti intieramente autentici e datati colla massima precisione, assai povera è la raccolta che ci offre l’antichità classica dell’occidente. Nelle frequenti narrazioni di prodigi che si trovano sparse per l’istoria di Livio, e nella raccolta di Giulio Obsequente, appena una volta o due si può congetturare che si tratti di pioggia di stelle cadenti, mentre non sono rare le menzioni di aeroliti. Presso i Greci le notizie di grandi piogge meteoriche non cominciano che cogli storici bizantini. Molto maggior attenzione invece prestarono a questi avvenimenti gli scrittori del medio evo, così gli Arabi, come i cristiani d’occidente; la revisione di tutte le storie e di tutte le cronache di quel tempo diede origine a copiosi cataloghi di apparizioni meteoriche, nel qual lavoro si occuparono specialmente Chladni, Hoff, Kaemtz, Fraehn, Perrey, Herrick, Quetelet, Boguslawski. L’interesse che si

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