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sulla origine delle stelle cadenti. 109

d’uno staio1» e di colore simile «a quello di un pugno di farina» e fu veduta, non occorre dirlo, ad occhio nudo. Tuttavia siccome in questa apparizione la cometa è passata a grandissima prossimità della Terra, la visibilità della cometa per gli osservatori del 1366 non sarebbe una prova molto stringente. Ma il signor Hind è d’opinione che la cometa di Tempel sia stata veduta anche nell’anno 868. Di una cometa veduta nel 868 fanno breve menzione gli annali chinesi, e più diffusamente parlano varie cronache dell’Occidente. Se supponiamo che essa sia identica alla cometa di Tempel, dobbiamo conchiudere che abbia perduto da 1000 anni in qua una parte notabile del suo splendore: perciò secondo Hind la sua distanza dalla Terra nell’apparizione dell’868 avrebbe dovuto esser molto maggiore che nel 1366 e nel 1866: e malgrado questa maggiore distanza la cometa fu avvertita dagli osservatori di quel tempo.

Per ciò che riguarda la supposta distruzione dalla cometa di Biela, si deve ritenere per cosa possibile, sebbene sia lontana dall’esser provata: anzi dico, che non è perduta ogni speranza di rivedere un giorno almeno l’uno o l’altro dei capi. E la ragione di tale speranza sta in questo: che

  1. Williams, Chinese Observations of Comets, London, 1871.