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sulla origine delle stelle cadenti. | 103 |
così solida e così densa, si avesse una nube di corpuscoli del peso di un gramma ciascuno, e così fatta, che la distanza media fra due corpuscoli vicini fosse di due metri soltanto, questa nube sarebbe già troppo rara per restare unita nello spazio celeste; le attrazioni reciproche dei corpuscoli onde è composta non basterebbero per resistere alle forze divellente del Sole. In poco tempo la nube andrebbe disciolta in tanti corpuscoli fra loro indipendenti, i quali cominciebbero a percorrere orbite poco diverse, e formerebbero col volgere degli anni una corrente sempre più lunga.
Noi abbiamo finora parlato della forza divellente che proviene dall’attrazione del Sole. Ma anche i pianeti possono esercitare una simile forza divellente: soltanto, come la loro massa è assai minore di quella del Sole, per ottenere uguali effetti è necessario che il corpo condannato alla dissoluzione si avvicini loro molto di più. Vi ha buone ragioni per credere, che le comete periodiche descrivessero prima orbite assai diverse dalle ovali che oggi percorrono, e che il loro cambiamento di strada sia dovuto alla forte perturbazione di qualche grosso pianeta. Così si crede che la cometa di Biela sia stata condotta da Giove a percorrere la sua orbita presente. Questo non ha potuto avvenire, se non in causa di un grande av-