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DI FRANCESCO LEMENE.
L’Usignuolo
Nel muto orror di solitarie piante,
Sotto notturno cielo,
Mentre solo men vo tradito amante,
E di Fille e d’Amor io mi querelo,
Sento mesto usignuolo 5
Che rïempie cantando all’äer fosco
Con l’amaro suo duolo
L’aure di gioia e di dolcezza il bosco;
Poichè sull’erma e taciturna riva
Altri allor non mi udiva, 10
Delle mie pene e degli inganni altrui
Così mi prese a vaneggiar con lui:
Usignuol, che in questo lido
Al tuo mal conforto chiedi,
Credi tu, dillo se’l credi, 15
Che da Fille io sia tradito?
Allora in suo linguaggio