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LA SORDITÀ
A
MARTINO ORSINI
MMartino mio, dirigere
aA te vo’ i versi miei....
rRidi? Che c’è da ridere?
tTu che ognor mesto sei!
iIo non ti so comprendere,
nNo, no, Martino mio......
oOra comprendo, caspita!
OOra, caspiterina!
rRidi, che son bazzecole
sSon cose da dozzina.
iIntendo ben! ma inutili,
nNo, non saranno affatto.
iI libri a’ pizzicagnoli un ben sempre l’àn fatto.