Pagina:Scarselli - Nelle solenni esequie del celebre filosofo e medico bolognese Giacomo Bartolomeo Beccari - 1766.djvu/6

6

ed amoroso Maestro. Come avventurarsi all’incerto, e malagevole corso di tante vie, quante all’acquisto dell’Arti, e delle Scienze conducono, senza la traccia di esperta guida, e fedele, che le dimostri, ed appiani? e come avvolgersi in tante tenebre, e sì profonde, e sì dense, che ad ogni passo s’incontrano, senza il soccorso d’amico lume, e sincero, che le dilegui e disperda? O dunque bella, o inestimabile, e rara sorte, della quale per lo spazio di sopra undici lustri godettero gli avventurati discepoli del Beccari;5 giacchè tutte in esso quelle ammirabili doti si unirono, che ancor divise si apprezzano, ed insieme congiunte la integrità, e la perfezione costituiscono di un retto, ed utile Magistero.

Prima tra l’altre è la dottrina, della quale se una certa lodevole mediocrità può bastare in que’ Letterati, i quali soltanto a proprio comodo degli studj si pascono, e delle scienze si adornano, ubertà vuolsi, e sceltezza in quegli altri, i quali non contenti di alimentarsene per se stessi, e di giovarsene, dispensano i frutti delle loro fatiche, ed i tesori delle lor cognizioni diffondono a comune utilità. Sin dagli anni più teneri intese il Beccari quanto al desiderio del privato diletto preferir si dovesse la cura del pubblico bene. Per la qual cosa ricco naturalmente com’era di chiaro e fecondo intelletto, d’ampia e felice memoria, di pronta e docile volontà, nemico del fasto, intollerante dell’ozio, amator dello studio, indagatore del vero, all’arti da prima le più gentili, ed amene, indi alle scienze più gravi, e sublimi con tanta sollecitudine si rivolse, e con tanta costanza si diede, come se non apprenderle, e coltivarle in se stesso, ma dovesse trattarle un giorno, e produrle a pubblico giovamento. Nè quì abuserò già io delle parole e del tempo, inutilmente stendendomi a descrivere, o magnificare que’ pregi, che dopo i doni della natura aggiunse in esso la diligenza, accrebbe l’industria, perfezionò la fatica. Dove sorge sì bella, e sì doviziosa esulta la messe, non è egli chiaro abbastanza, che alla bontà del terreno la cura mirabilmente, ed il travaglio rispose dell’attento, ed operoso coltivatore?