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I sopraddetti nomi bastano da se soli per ogni gran lode, e sono troppo noti alla Repubblica Letteraria, perchè non bisogni diffondersi nelle decorazioni, e ne’ meriti di cadauno de’ nominati.

(49) Oltre agli Uomini dotti, de’ quali come stranieri si è fatta menzione nella precedente Nota, si potrebbero annoverare i Professori della nostra Università, i quali ebbero sempre in altissimo pregio il sapere, e la virtù del Beccari. Tra gli altri ebbe l’Oratore il contento di dedicargli un Tomo di Tragedie da Lui composte impresso in Roma nel 1755. Nè debbono ommettersi tra più ragguardevoli estimatori del merito di un tant’Uomo i chiarissimi Porporati Gozzadini, Querini, Doria, Archinto, e Galli, de’ quali si conservano le lettere ne’ mentovati Protocolli presso il Sig. Bibiena.

(50) Distinta fu sempre la benevolenza, e la stima che l’immortal Lambertini dimostrò palesemente verso il Beccari, prima nel suo decennale soggiorno in Bologna, cioè dal 1730 al 1740 come Arcivescovo, ed in appresso come Sommo Pontefice. Due sole prove tra l’altre molte, che potrebbero addursi, in questo luogo si recheranno. L’una di esse è fondata sopra un Breve originale a foggia di lettera indirizzato da Benedetto XIV. al Beccari, tra le carte di cui presso il Sig. Bibiena si è ritrovato, ed è il seguente:

Foris = Dilecto in Christo filio nostro Jacobo Bartholomæo

Beccario = Bononiam =


Intus = Benedictus Papa XIV. Dilecte in Christo Fili noster salutem, et Apostolicam Benedictionem. Abbiamo mai sempre avuto un particolare affetto al celebre Istituto della nostra Patria, ed una distinta stima ai dotti Professori del medesimo, avendo mai sempre creduto, che il predetto Istituto sia un vivo presente distintivo, per cui la Città di Bologna vien