Pagina:Savonarola-Poesie-(1862).djvu/67


37

     E rivoltare in gaudio il pianto acerbo;
     Fami d’amor morire,
     E por me stesso al mondo in tanto oblio,
     Che, morto, in me tu viva, Iesù pio.

Apri, Signor, il tuo celeste fonte,
     Quella tua dolce vena,
     Che Maria Magdalena
     Di basso loco trasse a l’alto monte,
     Con l’anima serena
     Piena di razi e di splendor divino.
     Pietà, Signor, di questo peregrino!
 
Amar vorei; e vo cercando amore:
     Ma ritto non mi rego.
     Iesù, donque ti prego,
     Illustra questo ottenebrato cuore
     Per sue colpe: io nol nego.
     Maria me invita, e la tua gran dolceza:
     Rompi, Segnor, ti prego, ogni dureza.
 
Qual cor spiatato in te non se inamora,
     Se penetrasse il cielo?
     De! levami quel velo,
     Che mi fa lento e mi ritarda ogni ora.
     Tu sei, Iesù, pur quelo1
     Che per salvar il mondo in croce pende:
     Maria di questo testimonio rende.

  1. L’autografo, quello.