Pagina:Savonarola-Poesie-(1862).djvu/39


9

     O quanta doglia hai Bruto e tu Fabrizio,
     Se hai intesa questa altra gran ruina!
     Non basta Catilina,
     Non Silla, Mario, Cesaro o Nerone:
     Ma quivi omini e done,
     Ogn’om si sforza dargli qualche guasto.
     Passato è il tempo pio e il tempo casto.
 
Virtù mendica, mai non alzi l’ale:
     Grida il vulgo e la cieca1 giente ria.
     L’usura si chiama or filosofia;
     Al far bene ogn’om volta pur le spale:
     Non è chi vada or mai per dritto cale.
     Tal che ’l valor se agiaza che me avanzia:
     Se non che, una speranzia
     Pur al tutto nol lassa far partita,
     Ch’io sciò che in l’altra vita
     Ben si vedrà qual alma fo gentile;
     E chi alziò l’ale a più legiadro stile.
 
Canzion, fa che sia acorta,
     Che a purpureo color tu non te apoggie;
     Fugi palazi e logie,
     E fa che toa ragion a pochi dica:
     Chè a tuto el mondo tu serai nemica.


Explicit.

  1. * L’autografo, ciecca; e qualche altra volta.

2