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I.
Onnipotente Idio,
Tu sai quel che bisogna al mio lavoro,
E qual è il mio desio:
Io non ti chiedo scettro nè tesoro,
Come quel cieco avaro;
Nè che città o castel per me si strua:
Ma sol, Signor mio caro,
Vulnera cor meum charitate tua.