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Poesie falsamente attribuite a Fra Girolamo.
I.
“Viva ne’ nostri cor, viva o Fiorenza,
Viva Cristo il tuo re, viva la sposa, ec.„
Dalle Canzoni e Sonetti dell’amore e della bellezza divina di Girolamo Benivieni (Firenze, Tubini, MCCCCC; a carte cxii) la tolse l’Audin, e primo la diede, sotto il n. IV, per cosa del Savonarola. E a crederla del Frate fu primo il Razzi, il quale nella Vita di Fra Girolamo (Codice Riccardiano, n. 2012), descrivendo la processione fatta la domenica dell’Ulivo del 1496, dice che “giunta in piazza dei Signori, si cantarono alcune laudi composte dal nobile spirito Girolamo Benivieni dottore, e divoto del Padre, e specialmente quella che comincia Viva ne’ nostri cor, viva o Fiorenza, la quale fu composta da Fra Girolamo„. Ma contro questa testimonianza sta la troppo più autorevole dello stesso Benivieni, che nel commento alla canzone citata si espresse in questa forma: “Si reduxono (i fanciulli) insieme con tutto el popolo in su la piaza de’ Signori: dove con pari letitia et publico gaudio si cantò per ultimo la sequente et da me in prima ad questo effecto meditata canzona„.
II.
“Signor, soccorr’, aita
L’anima mia, dolce Signor, che puoi, ec.„
Dal codice Magliabechiano n. 365 della classe vii la trasse il Meier, e la pubblicò fra le altre poesie del Frate nostro. Egli forse restò ingannato per esser di seguito ad una di Fra Girolamo, senza badare che in fondo si legge: Laurentius Tornabuonus dictavit. Il Razzi, che la riporta nel suo Libro primo di Laudi a carte 21 r., la dice d’autore incerto.