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XVIII.


Inedita, e senza titolo. Nella raccolta di Laude ec. più volte ricordata, a carte 48 r., è data come d’incerto, e molto più accorciata.


XIX.


Queste tre stanze sono autografe anco nel Breviario della Palatina, di dove le trasse l’Audin. Noi seguiamo, come per le altre, l’autografo Borromeo, notando però le varianti del Palatino, di cui pure ci piace esibire il fac-simile. Nella solita antica raccolta di Laude ec., a pag. 25 t., si danno le sole prime due stanze sotto il nome di Feo Belcari.


XX.


Anche questa è attribuita a Feo Belcari nella citata raccolta di Laude, a carte 22 t.


Poesie che non sono nell’autografo.


XXI.


Fu stampata, vivente il Frate, di seguito ad una sua operetta sui Gradi spirituali di san Bonaventura. La ripubblicarono, oltre il raccoglitore delle Rime de’ Poeti Ferraresi antichi e moderni, pag. 51, il Meier, a pag. 339; l’Audin, al n. V; il Madden, volume secondo a pag. 405; e il Rapp, che la stampò volta in tedesco.


XXII.


Prima l’Audin, sotto il n. XI, poi il Madden, a pag. 397 del volume secondo, la diedero, senza dire però donde l’avessero. Noi n’abbiamo corretta la lezione sopra una copia esistente nell’archivio del convento di San Marco.