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è stata pubblicamente ripresa, e messami poco men che a peccato: ma è un bel peccare con uomini santissimi, come un Francesco di Paola, una Colomba da Rieti, un Filippo Neri, una Caterina de’ Ricci; i quali non crederò mai che ci vedessero meno di un giornalista del secolo decimonono, nè che per canonizzar Fra Girolamo avessero bisogno di conoscere (siccome quel tale vorrebbe) i documenti della vita e i processi della condanna. Ed ella poi sa meglio di me, quel che i processi e i documenti abbiano provato; e chi vi stia peggio, se il Savonarola, o quelli che ne avrebbero voluto disperdere la memoria come le ceneri.

Gli antichi e i moderni contraddittori del Frate han fatto, per lo meno, questo male, che i protestanti lo abbiano potuto impunemente registrare nei loro martirologi: laddove io tengo, e oso dire, che se la riforma del Frate italiano avesse avuto il suo pieno svolgimento, o la riforma del Frate tedesco non sarebbe avvenuta, o ne sarebbero state meno gravi le conseguenze. Lutero diede al capo della società cristiana, quasi che quivi fosse la causa del male che affliggeva le membra; mentre il Savonarola volle somministrati i rimedi a tutte le membra che fossero inferme. Non toccò questi le fondamenta dell’edificio cristiano, che stanno nella Fede, e che non potrebbero abbisognare dell’opera